venerdì 23 dicembre 2011

Il lungo viaggio.

Non è che questo blog sia fermo, intendiamoci. Questo blog continua, solo che lo fa dentro di me; perché, come dimostro oggi, quello che altrimenti verrebbe fuori non ha utilità alcuna.
Appena posso, riparto con le mie storie sarcastiche: promesso. :)




lunedì 13 giugno 2011

Avevo uno scopo.

Con questo fumetto non intendo alimentare il culto della mia propria eccentricità agli occhi degli occasionali lettori, pratica tanto consueta quanto molesta nel mondo dei blogger: se escludiamo la fondazione di un culto politeista e pochi altri episodi del genere, ho avuto anzi un'adolescenza piuttosto ordinaria. Inquinata però dall'erronea convinzione che tutte le cose dovessero essere fatte per un motivo; e che, se un motivo non si trovava, fosse perfettamente lecito un ulteriore sforzo immaginativo.

























mercoledì 11 maggio 2011

Breve lezione di economia.

L'economia è una cosa seria: non perché sia ragionevole in sé, intendiamoci, ma la sua ingerenza nella vita quotidiana è tale che nessuno possa permettersi di snobbarla senza passare da poser.
È purtroppo vero, però, che le sue leggi appaiono ermetiche e contraddittorie a quanti vi si accostano senza la dovuta preparazione. Io questa preparazione la possiedo, assieme ad una spiccata vocazione filantropica: è perciò con la speranza di poter contribuire al progresso culturale dei miei contemporanei che pubblico questa breve lezione illustrata.

















































lunedì 4 aprile 2011

Lasciarsi.

Io sono un relativista: però so che esistono modi giusti e modi sbagliati per fare le cose, definiti tali in relazione a come riescono a conseguire il risultato prefisso.
Più estesamente, esistono persone buone e persone cattive, e queste ultime impiegano di preferenza i modi che ho sopra definito sbagliati. Si obietterà che la cattiveria può anche rappresentare una virtù, nel mio universo relativista; ma le persone più cattive che ho conosciuto spesso non avevano altro talento che una peculiare limitatezza d'orizzonti: non richiede alcuna abilità danneggiare il prossimo, quando non si sia in grado di considerarlo in tutta la sua umanità, ma solo come un'appendice delle proprie esigenze.
Detto in parole povere, perché tutti possano capirmi: la mia tesi è che le persone cattive siano stupide.

Sono cattivo a pubblicare questo fumetto?
Me lo chiedo, sforzandomi di non considerare il fatto che lo leggeranno in cinque; perché la cattiveria prescinde dall'eco delle proprie azioni, altrimenti un assassinio senza testimoni sarebbe un gesto incolpevole.
Può darsi che io mi prefigga l'obiettivo di ottenere minacce e ritorsioni, magari sotto forma di segnalazioni od intrusioni nei miei account privati; nel qual caso non mi si potrebbe accusare di cattiveria (al massimo di megalomania), ma occorrerebbe riconoscere che mi sono comportato piuttosto bene.

D'altra parte, rimane il legittimo dubbio che io abbia raccontato una vicenda di fantasia; e che nessuno dei personaggi qui citati sia mai esistito.
Incluso, naturalmente, mio nonno.





lunedì 28 marzo 2011

I rischi del fumo.

Io, quando sono in treno, mi sento d'animo lirico. Vorrei parlare di nomadismo, d'amore, di inutili malesseri esistenzialisti... ma, ogni volta, qualcosa d'importante finisce per distrarmi.
Stavolta è toccato a un medico, che mi ha esposto con grande rigore scentifico i rischi del fumo.





















































































sabato 12 marzo 2011

Tra il bene e il male c'è di mezzo il mare.




















Bene, male: non è questo il punto.
Ho trentatré anni, l'età in cui si è pronti - volendo - anche per diventare dei messia; figuriamoci se non sono in grado di discernere tra un disegno fatto bene ed uno fatto male. Sono abbastanza intelligente, aggiungerei, persino per discernere tra un disegnatore di talento e uno... di nessun talento.
Ma non è questo il punto, dicevo.
Il punto è disegnare, fuori da ogni retorica: mi riferisco al meccanico procedimento con cui s'inseguono le idee sulla carta, al gesto di tirar linee ed indugiare in nere macchie, che tanto è familiare a chi disegna da non meritare alcuna riflessione. La nuda astrazione del disegno, tanto più libera quanto più dimentica della mano che esegue (e specialmente del cervello che, all'altra estremità del filo, tutto silenziosamente manovra) è in sé lo scopo - oltre che il mezzo - di questa egoistica fuga dal tempo presente. Il quale, per sua stessa natura alieno e odioso, altro non è che il necessario approdo tra un viaggio e il successivo.
Gli antichi chiamavano tutto questo: fanculo.
Ed io credo che avessero ragione.

mercoledì 9 marzo 2011

Zack!

Dopo aver riprovato, e per l'ennesima volta rinunciato, a farmi crescere i capelli, la sensazione di libertà e leggerezza seguite al fatidico passaggio di macchinetta che ha posto fine a mesi di faticosa pazienza mi hanno portato a riflettere sulla vanità della vanità della vanità.
Sveglio al termine di un lungo sonno di fatica, scopro ancora una volta di aver portato il giogo di responsabilità immaginarie: che è un altro modo per dire che, con quella ciotola di capelli ispidi in testa, facevo proprio cacare.









lunedì 7 marzo 2011

Diseducazione sessuale.

Fantasticherie di natura poco più che abietta, condotte sul sottofondo sincopato d'un bel viaggio in treno.
Funziona press'a poco in questo modo: io attacco col voler disegnoscrivere una cosa e subito ne viene fuori un'altra, che a sua volta ne tira fuori altre due, e così via a cascata.
Per cui, quando alla fine rileggo tutto, mi chiedo sempre se abbia espresso la mia opinione su qualcosa (e, in questo caso, su cosa) o se sia stato semplice spettatore di un processo estraneo.
In entrambi i casi, è stato un bel modo di passare il tempo.

lunedì 28 febbraio 2011

Anch'io spio.

Lo faccio sempre: ho uno spirito d'osservazione e una memoria visiva che molto hanno da invidiare a quelli delle cozze, ma mi capita di appuntarmi su dettagli ininfluenti e lasciare ch'essi titillino la macchina dei pensieri spontanei.
Confesso che mi diverto a giudicare il prossimo, proprio come consiglia la Bibbia, ma mi sta bene anche di essere giudicato; spero anzi che su altri blocchetti (o su altri blogghetti) qualcuno metta alla berlina le mie debolezze.
Il mondo ha un disperato bisogno di voyeur.

MetaPub.

Una cosa deve essere chiara: io lo faccio per puro divertimento. Senza sottintesi, senza alcuna pretesa di coerenza, e soprattutto libero dalla necessità di piacere ad alcuno.
Perché, quindi, pubblicare questa roba su internet? Possono queste pagine scritte a caso e disegnate storte innalzare la media qualitativa del web? Lo faranno sicuramente, ma non è questo il punto.
Fino a qualche anno fa esisteva il MetaPub: era un luogo nel quale incontrare gli amici e bere un paio di birre, sfogliando nel frattempo blocchetti pieni di disegni e riflessioni. Le riflessioni erano spesso paradossali, il che non vuol dire che fossero false; e i disegni spesso buffi, ma raramente idioti.
Adesso che siamo tutti sparpagliati, del MetaPub rimane solo il concetto - esteso però a comprendere tutti i parlanti la mia lingua che capiteranno da queste parti, e decideranno di fermarsi per un boccale.
Offre la casa.


mercoledì 12 gennaio 2011

Forza, patetica Italia.

In Italia c'è chi ancora crede che sia possibile toglierlo di mezzo politicamente, o attraverso la magistratura. Quotidiani come La Repubblica, o settimanali come Internazionale, lo dipingono come un leader ormai indebolito, assediato, privato del supporto dei suoi alleati e prossimo alla disfatta.
Da anni.
Chi scrive questi articoli è in mala fede, oppure è un mentecatto.
Chi crede a questi articoli, invece, è sicuramente un mentecatto.

La verità, vi piaccia o no, è che lui ha vinto. E vincerà ancora.
A noi non rimane che odiarlo, e consolarci al pensiero del giorno (spero non lontano) in cui potremo sfoggiare magliette come questa: